“Tanto tuonò che piovve” recita una celebre massima di Socrate. L’insegnamento, per quanto antico, non è stato recepito a sufficienza dal Barcellona del secondo mandato di Joan Laporta. Lo confermano le problematiche che sono sorte per i tesseramenti di Dani Olmo e Pau Victor, due acquisti della scorsa sessione estiva di calciomercato, presi rispettivamente dal Lipsia e dal Girona. Poiché le finanze del club non sono in linea con il monte ingaggi fissato dalla Liga, al momento non sono più tesserati. E sono anche liberi di firmare con un’altra squadra.
Il caso
Olmo, Victor e l’incredibile caos del Barcellona: Laporta impari la lezione
Dani Olmo e Pau Victor, la vicenda
—È utile ricostruire brevemente la vicenda. Il Barcellona era riuscito a tesserare Olmo e Victor a causa dell’infortunio di Christensen: il regolamento, infatti, permette – in caso di lesione di lungo corso – di aggiungere temporaneamente l’80% dell’ingaggio del giocatore fermo al monte ingaggi a disposizione della rosa. Tuttavia, questa opzione è consentita soltanto fino al 31 dicembre, termine che appunto è scaduto ieri. Nel frangente, il Barça avrebbe dovuto trovare i fondi necessari per poter prolungare l’iscrizione fino alla fine della stagione. La ricerca non è stata facile, per una serie di mosse che non hanno sortito gli effetti sperati. La prima è stata la vendita di una parte dei diritti televisivi a una società che non ha versato i 40 milioni di euro previsti dall’accordo. Non sono bastati il rinnovo di contratto che i catalani hanno stipulato con Nike, né tantomeno la vendita agli arabi dei palchi vip del rinnovato Camp Nou, che sarà ultimato soltanto nel 2027. Laporta ha tentato di mettere tardivamente una toppa al buco, portando due volte la Liga in tribunale nel giro di una settimana, vedendosi respinto in entrambi i casi.
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⚽💥 No se han cansado de marcar goles en 2024.
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— LALIGA (@LaLiga) December 31, 2024
Le prospettive del Barcellona
—Il Barcellona ha annunciato novità sulla vicenda, previste già per domani. Intanto, però, resta un enorme danno d’immagine e tanti punti interrogativi sul lato economico, a partire dal pagamento di ciò che resta dei 60 milioni promessi al Lipsia per Dani Olmo e proseguendo su come saranno pagati gli ingaggi dei due calciatori non più registrati. In Spagna la polemica è feroce. Marca scrive che Laporta è abituato “a vivere con l’acqua fino al collo e l’ha fatto dal primo giorno”. I precedenti in effetti non sono a favore del presidente del club: Luuk de Jong, Joao Felix, Cancelo sono stati formalizzati in extremis. “Chi gioca sempre col fuoco prima o poi si brucia” ribadisce il quotidiano spagnolo. D’altronde, la sensazione di improvvisazione nella gestione della società è molto forte da questo punto di vista, per quanto siano passati ormai quasi quattro anni dal ritorno al vertice di Laporta.
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