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PONTELUNGO-SAN FILIPPO NERI 2-1

Albenga, arbitro aggredito: la condanna del Comune, la coda polemica fra le società

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Un gol in recupero dei padroni di casa e l'aggressione degli sconfitti all'arbitro scaraventato a terra. E' l'ennesimo episodio fra i dilettanti. Poi il codazzo polemico con gli aggressori che accusano i vincitori di aver festeggiato...

Redazione DDD

Il presidente del Comitato regionale ligure della Figc Lega Nazionale Dilettanti, Giulio Ivaldi, è intervenuto a seguito dell'ennesimo atto di violenza nei confronti di un arbitro: "E' la terza volta nel breve spazio di poche settimane e ancora una volta parliamo di un ragazzo da solo circondato da tante persone, molte più adulte di lui ad imprecare, a farlo cadere a colpirlo. Francamente non se ne può più, non riesco a trovare altre parole oltre a quelle già dette e più volte ripetute. Penso proprio sia il caso di dire basta! Basta a questi signori che girano per i campi non ricordandosi delle maglie che indossano, colori di una Società storica che ha cresciuto nell'educazione e nel rispetto migliaia di ragazzi. Una Società messa alla berlina tra l'altro in un momento particolarmente delicato per il suo dirigente storico".

Albenga, arbitro aggredito: la condanna del Comune, la coda polemica fra le società- immagine 2

E' arrivata anche la presa di posizione da parte del Pontelungo dopo gli avvenimenti allo stadio "Annibale Riva", raccolta da Svsport.it. Il club Pontelungo ha espresso solidarietà all'arbitro Semini e, al contempo, risposto a mister Simone Rattalino, tecnico della San Filippo Neri: "L'Asd Pontelungo 1949 - si legge nella nota - alla luce del vile gesto e in seguito alle parole lette sui social media e sulle testate giornalistiche sportive locali, ribadisce la completa estraneità ai fatti accorsi durante il sentito derby ingauno ASD Pontelungo vs ASD San Filippo Neri di domenica scorsa. É intenzione esprimere la nostra più completa e totale vicinanza al direttore di gara, Vittorio Semini, alla federazione Italiana giuoco calcio e a tutta l'Associazione Italiana Arbitri, affinché gesti del genere smettano di avere luogo sui nostri terreni di gioco. Non c'è nessun timore reverenziale nell'ammettere che con troppa facilità, spesso anche da parte nostra, ci si lasci scappare qualche parola di troppo verso la classe arbitrale, ma nessuna parola o decisione dovrebbe poi sfociare nel vile gesto di "arrivare alle mani". É il più vile gesto a cui un essere umano può dare sfogo e a cui non può seguire nessuna scusante.

Il nostro pensiero va al direttore di gara, Vittorio Semini, affinché possa al più presto tornare a divertirsi nella sua passione più grande: dirigere una partita di pallone. Siamo  da sempre convinti che il silenzio alle volte sia la migliore risposta, ma purtroppo oggigiorno é più facile muovere la lingua piuttosto che morsicarsela, e allora se punti nel vivo, non possiamo esimerci dal pubblicare questo comunicato stampa per prendere le distanze dalle dichiarazioni di chi pensa di cavarsela con mezzi articoli mettendo in mezzo anche chi, al di là dell'aspetto calcistico (le questioni di campo sono un'altra storia) ha palesemente agito nell'interesse dell'incolumità dei propri tesserati e del pubblico accorso per assistere ad una competizione sportiva, che nella fattispecie non era lotta greco-romana. Più di ogni dichiarazione fatta  e letta oggi, da quelle provenienti dalla amministrazione locale a quelle fatte dalla ASD San Filippo, nella persona di mister Rattalino, hanno fatto indubbiamente piacere le parole di affetto ricevute dal presidente del comitato regionale arbitri, Fabio Vicinanza, e da tutti gli ispettori di campo intervenuti per l'aiuto proferito nel mantenere l'ordine pubblico a fine gara e l'assistenza al direttore di gara. Siamo stati accusati di aver festeggiato al termine dell'incontro all'interno del nostro spogliatoio: è vero, all'intimazione di alcuni cori  dei nostri ragazzi, all'interno del nostro spogliatoio e assolutamente allegorici, sempre esistiti da quando esiste il gioco del calcio, é stata premura di un nostro dirigente mettere tutti a tacere, perché non era il caso di buttare benzina sul fuoco. E così é successo nessuno ha più proferito parola alcuna.

É usanza in casa nostra (si, in casa nostra perché noi siamo una famiglia) lavare i panni sporchi tra le nostre mura e pensare a noi stessi.  Invece di guardare negli spogliatoi degli altri, alcuni avrebbero solo che da imparare!"

 

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