SCONTRI RIPETUTI E PREMEDITATI

Dodici gli arrestati per la rissa ultrà in programma la sera prima del derby Betis-Siviglia

ARRESTI A SIVIGLIA
La Polizia di Stato ha effettuato dodici arresti in relazione alla rissa "programmata" tra ultras di Siviglia e Betis il 5 novembre, vigilia dell'ultimo derby tra le due squadre.

Redazione DDD

La Polizia ha riferito i dettagli dell'operazione in una conferenza stampa dove hanno mostrato parte dell'arsenale di bastoni, martelli, pietre, mazze e tubi di ferro, tra gli altri oggetti usati nella lotta. Lo scorso novembre si era saputo che i tifosi più radicali delle due squadre cittadine si erano incontrati nel Parco di Guadaíra per colpirsi a vicenda. La battaglia campale era stata parzialmente neutralizzata dagli agenti della Citizen Security che hanno rilevato diversi partecipanti nelle vicinanze dello stadio Benito Villamarín con in mano dei bastoni.

Per non farsi identificare sono fuggiti, gettando via le armi che avevano con sé

Nonostante quel primo intervento della polizia, gli ultras hanno mantenuto l'appuntamento e si sono ritrovati di nuovi gli uni contro gli altri, sempre nel Parco Guadaíra, la sera prima dell'ultimo derby cittadino finito 1-1. La lotta ha lasciato sul campo almeno quattro feriti. Da quel momento è stata aperta un'inchiesta da parte della Brigata Informatica che ha dato i suoi frutti il ​​15 dicembre con l'arresto di dodici persone e la convocazione di un altro come indagato. In totale, tredici coinvolti.

Dodici gli arrestati per la rissa ultrà in programma la sera prima del derby Betis-Siviglia- immagine 2

Uno degli arresti è stato effettuato a Córdoba e il resto a Siviglia. Il tifoso di Cordoba è legato alle Brigate Blanquiverdes del Córdoba Club de Fútbol. Il resto dei detenuti appartiene ai Biris, gruppo di ultras del Sevilla FC e ai Supporters Sur e United Family, del Real Betis. Come dettagliato dall'ispettore capo, Manuel Arroya, le persone coinvolte hanno un'età compresa tra i 18 e i 30 anni e sono tutti uomini. Alcuni di loro sono esponenti di rilievo dei gruppi ultras indagati. Dopo essere andati in tribunale, ora sono liberi dalle accuse.

"In questi gruppi prevale la legge del silenzio", ha detto l'ispettore capo Arroyo, che senza entrare nei dettagli su come hanno svolto le indagini, ha spiegato le difficoltà che hanno avuto per identificare i coinvolti che sia in Questura che in sede giudiziaria hanno accettato il loro diritto a non rilasciare dichiarazioni e testimonianze.

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