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Dopo Greta un tifoso sui social “sculaccia” Valentina Caruso: la giornalista “Ma non ti vergogni?”

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Un utente social destinato a restare impunito, si basa sul caso della giornalista di Toscana per molestare su Instagram la giornalista sportiva sarda Valentina Caruso

Redazione DDD

La vicenda che ha coinvolto la giornalista sportiva di Toscana Tv, Greta Beccaglia, 27 anni, molestata fuori dallo stadio di Empoli il 27 novembre scorso, si è conclusa con un Daspo di tre anni. Il tifoso della Fiorentina, un ristoratore di 45 anni della provincia di Ancona, è stato individuato dalle telecamere e la giornalista è riuscita così a identificarlo e querelarlo. Valentina Caruso, 36 anni di Cagliari, giornalista sportiva di Sky Sport, sa bene che purtroppo queste cose accadono spesso “Quello che è accaduto è vergognoso, che noi donne siamo sempre esposte, ancora oggi”, commenta la giornalista. “Al di là di essere giornalista o di fare una diretta televisiva, capita tante volte. Io ricordo che anche quando si andava in discoteca c’era sempre qualcuno che ti metteva le mani addosso, che ti toccava i capelli, le spalle. Cose che non erano gradite e infastidivano”.

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“Per come sono fatta io – dice Valentina Caruso nelle sue dichiarazioni apparse su Cagliaripad.it – se fosse successo a me lo avrei rincorso per identificarlo e denunciarlo. Non avrei sicuramente continuato la diretta”. D’altronde, non è la prima volta che la giornalista cagliaritana si trova di fronte ad episodi del genere, anzi: molte volte li ha vissuti in prima persona. Soltanto nella serata di ieri ha ricevuto diversi messaggi via Instagram come: “A te non ti sculacciano i tifosi?” o ancora “Vorrei incontrarti di persona e riprendere la tua gonna con la mia telecamera digitale da sotto vicino alle tue scarpe col tacco". “Utenti con nome e cognome, non si tratta di profili falsi". Ma le cose succedono anche nella vita di tutti i giorni oltre i social. “Mi è capitato un paio di volte di dover andare in Questura per segnalare una persona in particolare, che mi seguiva fino a casa.  È successo – racconta la giornalista – quando era appena arrivato Nandez all’aeroporto di Cagliari, e questo tifoso, che non apparteneva però al gruppo ultras con cui mi sono sempre trovata bene, aveva avuto la malsana idea di seguirmi fino a casa al termine del servizio, poi si era ripresentato più volte sotto L’Unione Sarda e quindi ho dovuto ricorrere alla Questura. Sono cose che ti impediscono di vivere serenamente, ti condizionano la vita. Io mi sono sempre fatta accompagnare in auto, hai paura, non ti senti più libera”.

 

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