Al centro del palcoscenico la storia, al tempo stesso urticante e meravigliosa, di Arpad Weisz. In essa convivono l’entusiasmo per un allenatore che ha rivoluzionato “Il giuoco del calcio” e il fastidio destato dal contegno degli italiani e degli europei di fronte allo strisciante antisemitismo che stava ammorbando il continente.
UNA FAMIGLIA IN FUGA
Lei conosce Arpad Weisz? La grande storia del calcio a teatro…
Il testo del libro di Matteo Marani, "Dallo Scudetto ad Auschwitz" avvolge il lettore e lo spiazza
Dall’olocausto, emergono con nitore due pulsioni contrapposte: l’amore per lo sport, per il calcio, e lo sconcerto per la feroce stupidità umana, come sottolinea Andrea Gussoni su Milanosportiva.com.

Al centro di questo assedio emotivo troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, privati di una lingua, separati dagli amici. La loro storia è lacerante e le loro parole - giunte fino a noi grazie alla tensione emotiva di Marani e all’affetto di un bambino che non ha mai dimenticato l’amico di un tempo - pesano come macigni. L’inesorabile palleggio tra il campo da calcio e il campo di sterminio riverbera nel progetto sonoro del reading che, congiuntamente al testo, reinventa ambienti e vibrazioni per restituire una storia che un silenzio di settant’anni non è riuscito a cancellare.
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