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Livorno-Pisa, la rivalità che esplode nel 1959: campo allagato dal tecnico del Pisa e botte da orbi

Porto Pisano, Livorno e l'Arno, i tre pilastri storici della rivalità Livorno-Pisa

La rivalità fra Livorno e Pisa ricorda quella televisiva fra Springfield e Shelbyville

Redazione DDD

di Michele Bufalino -

Tra Livorno e Pisa, prima ancora del campo, c’è una rivalità storica, nata per ragioni sociali e culturali. Come nella popolare Serie TV “I Simpson” con il dualismo tra Springfield e Shelbyville, Livorno in passato faceva parte della Repubblica Marinara di Pisa, con gli abitanti che vivevano a “Porto Pisano”, di fatto l’ultimo baluardo delle difese pisane in mare e punto di arrivo. Dopo la celebre sconfitta nella battaglia della Meloria del 1284 da parte dei pisani contro i genovesi e in seguito al riordinamento dell’area portuale di Porto Pisano, ma anche con l’insabbiamento naturale della zona, diversi anni dopo fu fortificata la terra di Livorno che lentamente prese piede. Le prime rivalità si perdono nella leggenda.

Calcisticamente parlando, dopo i primi derby degli ’10 e ’20, fu dopo il secondo dopoguerra che esplose del tutto la rivalità. Negli anni ’40 infatti, accadde che i dirigenti del Livorno fuggirono in barca lungo l’Arno, mentre nel’59 l’allenatore del Pisa fece aprire le pompe dell’acqua perché tutto si allagasse con la sospensione della partita e botte da orbi dentro e fuori dal campo. Nel ’78 invece undici bare nerazzurre vennero preparate di cui una più piccola per prendere in giro Barbana, che poi siglò il gol dell’ultima vittoria nerazzurra a Livorno. Senza contare la famosa sfida extra calcistica disputatasi nel 1994 a Tirrenia sulla spiaggia, che si trasformò da goliardata a maxi rissa, tra il grottesco e il comico. Nel 2001 a Pisa inoltre il derby fu sospeso tre volte, con una feroce contestazione societaria da parte dei tifosi che lanciarono seggiolini in campo tanto da far squalificare l’Arena Garibaldi per 4 turni con una maxi multa.

L’ultima “presa in giro” è di questa settimana, con la società amaranto che, attraverso un video diffuso sui propri canali social, ha acceso la sfida dicendo che “Il nerazzurro non esiste”.

 

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