Il derby degli Eterni Nemici ateniesi, Olympiacos-Panathinaikos, è stato interrotto dopo il petardo caduto dalla tribuna dei tifosi del Pireo sul terzino Juankar del Panathinaikos, durante il suo riscaldamento. Christos Gogos, medico ufficiale della sfida, ha parlato nella trasmissione "Diki" su "OPEN" di quanto accaduto allo stadio "G. Karaiskakis".
IL PRONTO INTERVENTO DOPO IL PETARDO SUL GIOCATORE...
Minacce di morte al medico del derby di Atene: partita interrotta e “3mila messaggi di insulti”
Il medico di gara ha parlato delle condizioni del calciatore colpito, dell'atteggiamento tenuto dai soggetti coinvolti durante l'interruzione, mentre ha parlato delle minacce ricevute lui e la sua famiglia, rivelando anche che sta rinunciando al suo impegno nel calcio:" No, non abbiamo visto il petardo perché siamo seduti sulla panchina centrale. Tutto quello che ho sentito è stato "dottore corra". Juankar aveva una perdita uditiva temporanea. Non poteva né sentire né stare in piedi. Ho chiesto che arrivasse una barella. In quel momento non poteva giocare. Diverse volte nei successivi 60 minuti, 3 o 4 volte, siamo andati allo studio del medico dove si trovava il giocatore. In tali lesioni introduttive bisogna che ci sia subito un miglioramento. Perché se non ci fosse stato alcun miglioramento, avrebbe subito la rottura totale del timpano. Sembrava una rottura temporanea. Quando lo abbiamo riesaminato, sentiva da entrambe le parti".
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Il dottor Gogos spiega che ha pensato solo a fare il suo lavoro e di non aver sentito alcuna pressione da parte dell'Olympiacos per continuare a giocare o dal Panathinaikos per fermare la partita: "Ma in tutto questo ho ricevuto sul mio telefono minacce alla mia vita e a quella dei miei figli. Non posso essere sorvegliato dai poliziotti come se fossi il Primo Ministro o un grande criminale. È inaccettabile. I messaggi vengono registrati. Ho mostrato i messaggi al pubblico ministero. Ho 8.000 chiamate sul mio cellulare. Oltre 3.000 messaggi di parolacce. Non importa se mi maledicono. Ma maledicono anche mia madre morta e mia figlia e mio figlio hanno paura. È incredibile quello che sto vivendo. Certo che sì, sono tifoso del Panathinaikos. Ma in campo ho detto di partire con l'ambulanza e di andare dove eravamo di turno. Non è colpa del dottore se il ragazzo è stato colpito".
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