CAPU…T DERBY – Europa League, manuale d’istruzione

di Giovanni Capuano -

Una Juventus decorosa, a tratti anche bella, si è meritata sul campo l'aiuto da parte del Benfica e ha evitato l'umiliazione di uscire da tutto in un girone in cui è riuscita nell'impresa di rendere grande anche una combriccola di semi dilettanti il cui reale valore (scarso) è emerso nelle ultime due partite del girone, chiuse incassando 13 gol. Allegri va in Europa League e ci mancherebbe. Raggiunge, si spera, Roma e Lazio impegnate oggi nello sforzo finale di una coppa che non piace a nessuno ma che sarà vietato snobbare da febbraio in poi, quando si entrerà nel vivo.

E adesso?

A parole l'ambiente Juventus sembra aver intenzione di fare le cose sul serio (su Mourinho non abbiamo dubbi mentre per Sarri il sospetto che non interessi nulla è forte). Ma adesso è il momento della vergogna e, quindi, ci si aggrappa a tutto pur di trovare qualche aspetto positivo in una metà di stagione che peggiore non si può. A febbraio invece sarà diverso e allora è bene dire per tempo che l'Europa League deve diventare l'obiettivo numero uno della Juventus e che è l'unica via attraverso cui emendare le figuracce contro Maccabi Haifa e Benfica e dare un senso alla stagione.

Certo, la corsa al quarto posto (lo Scudetto chissà...) sarà fondamentale per i conti economici e la rifondazione non potrà essere rimandata a lungo. Però sul calendario la data del 31 maggio 2023 e la sede della Puskas Arena di Budapest deve essere segnata con un circoletto rosso a futura memoria. La Juventus in Europa conta pochissimo, quasi nulla. Non alza un trofeo da un quarto di secolo e non ha il diritto di fare scelte diverse che non siano l'inseguimento a questo. Ogni altro pensiero sarebbe una divagazione rispetto alla realtà: vincere per darsi un senso.