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CAPU…T DERBY – L’ossessione di Conte per la Juventus

TURIN, ITALY - FEBRUARY 09:  Head coach of FC Internazionale Antonio Conte reacts during the Coppa Italia semi-final Juventus and FC Internazionale at Allianz Stadium on February 09, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)

Non è un mistero che Conte abbia cercato in tutti i modi di tornare a Torino nell'estate della firma con l'Inter...

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Premessa: lo spettacolo offerto come contorno alla sfida dello Stadium tra Juventus e Inter è stato di basso livello, non all'altezza di quello che il calcio italiano vorrebbe esportare all'estero come racconto di se stesso. Era già accaduto per lo scazzo pesante tra Ibrahimovic e Lukaku, si è replicato nella disfida tra Conte e Agnelli a suon di insulti, diti medi sventolati e accuse reciproche. Fatta la premessa, però, occorre aggiungere un ragionamento che deriva dal rapporto difficile, al limite dell'impossibile, tra Antonio Conte e il suo passato. Quasi un'ossessione di cui si sono lette tracce sparse un po' in ogni svolta di questa stagione. Conte che parla della Juventus come esempio da seguire, Conte che dice che a Torino c'è una società che lavora bene, investe e punta sempre a migliorare e vincere. Conte che sottolinea come il gap non si sia colmato. Conte che ricorda il suo apporto alla causa bianconera. Conte che si arrabbia se Agnelli lo difende davanti ai tifosi che vorrebbero togliere la sua stella allo Stadium. Conte che si sente in dovere di chiamare rispetto e applauso per chi vince da dieci anni, facendo finta di non capire quanto costi al popolo interista.

La rubrica di Giovanni Capuano

E poi, ancora, Conte che non manca occasione che all'Inter sta facendo un percorso ma che "quelli là" - ovvero quelli di Torino - sono ancora un'altra cosa per mezzi, mentalità e dna vincente. Che in assoluto risponde anche alla verità, visto l'albo d'oro dell'ultimo decennio, ma che ripetuto in maniera ossessiva dall'allenatore dell'Inter e non da un commentatore qualsiasi, ogni tanto suona stonato. Fino al Big Bang della coppa, all'esplosione del vulcano che brontolava sotto terra, la rottura col passato e, forse, anche col futuro. Non è un mistero che Conte, incapace di chiudere la sua storia in bianconero anche dopo il divorzio del 2014, abbia cercato in tutti i modi di tornare a Torino nell'estate della firma con l'Inter. Poi Agnelli ha scelto Sarri. E Conte, che si è tuffato con professionalità nella nuova avventura, ha mandato giù probabilmente senza farsene una ragione. Ecco. Se c'è un ultimo passo che ha bisogno di fare è proprio questo: cancellare la sua ossessione per la Juventus. Anche perché, Milan permettendo, in quello stadio dovrà tornare fra tre mesi per uno scontro che potrebbe assomigliare a una finale scudetto. Guai se si portasse ancora dietro le scorie del passato.

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