Se da una parte è vero che il Belgiodovrà a breve rivoluzionare il proprio organico, dall’altra c’è Jeremy Doku. Classe 2002, in Nazionale dal 2020, il vero faro del futuro dei Diavoli Rossi è lui, vista l'esperienza già accomulata nonostante la giovane età.
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Belgio, buona parte del futuro al top passa da Jeremy Doku


Belgio-Italia a Euro2020 e la devastante prestazione di Doku
—I tifosi italiani lo conoscono bene, associandolo a un dolce ricordo. 2 luglio 2021, quarti di finale dell’Europeo. Gli Azzurri sfidano il Belgio a Monaco di Baviera e, nel tridente con Lukaku e De Bruyne, c’è proprio Doku. L’Italia passa rapidamente in vantaggio per 2-0 con Barella e Insigne, poi sulla corsia di destra della squadra di Mancini si abbatte un uragano, Doku.

Al tempo giocatore del Rennes, che lo aveva pagato 26 milioni dall’Anderlecht, il talentino nativo di Anversa non è ancora un nome di primo piano per il grande pubblico, sebbene abbia già qualche presenza in Champions League. Contro l’Italia è devastante: conquista il rigore con cui Lukaku riapre la partita, è in generale una spina nel fianco della retroguardia azzurra. Solo una difesa super e un po’ di fortuna salvano gli Azzurri.
Il passaggio al City e le annate sotto le aspettative: cosa manca a Doku?
—Per Doku l’annata seguente è piuttosto sfortunata, con problemi fisici gravi che lo tengono ai box per praticamente dieci mesi. La stagione 2022/2023 è quella della consacrazione definitiva: segna 8 gol in 44 partite e attira l’interesse del Manchester City. La squadra di Guardiola lo paga 60 milioni, assicurandosi una delle principali ali emergenti del panorama mondiale. Le prime due stagioni con i Citizens, la seconda particolarmente, non sono al livello delle aspettative, ma il tempo è dalla sua parte. E anche il Belgio, se vorrà mantenere il livello di questo ultimo decennio, avrà bisogno del suo talento più fulgido.

Cosa manca a Doku per essere quindi un vero top player? Innanzitutto manca un po’ di efficienza offensiva. Pur saltando l’uomo con grande facilità e costanza, poi manca sempre un po’ di lucidità e di cattiveria nelle scelte del giocatore del City. Da migliorare anche la fase di non possesso, dove Doku è spesso distratto o comunque poco incisivo. Infine, la varietà. Il belga è un giocatore che ha poche soluzioni alternative al dribbling. Se sapesse muoversi meglio senza palla certamente sarebbe più completo e più pericoloso per le difese, oltreché più utile per i compagni. Per il Belgio, però, non ci sono dubbi: il futuro passa da Doku.
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