Squalifica Fonseca, la moglie: “Non sia un’esecuzione politica”. E intanto il presidente del Lione…

Ieri, 5 marzo (ndr), Paulo Fonseca ha spento 52 candeline, ma non è stato il più dolce dei compleanni.  L'ex allenatore del Milan, con cui aveva iniziato la stagione, ha ricevuto la sentenza peggiore che potesse arrivare: 9 mesi di squalifica, fino alla fine di novembre, per il duro testa a testa avuto durante Lione-Brest (gara, fra l'altro, vinta per 2-1) con l'arbitro Benoit Millot.

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La reazione della moglie di Fonseca

, moglie di Paulo, su Instagram in merito ai 9 mesi di squalificati comminati all'allenatore del Lione

"Nove mesi per pochi secondi di urla? Una decisione assurda, scandalosa, senza precedenti. Giustizia equa, per favore, non un'esecuzione politica", ha scritto - di rabbia - la 34enne conduttrice televisiva ucraina, volata a nozze con Fonseca nel 2018.

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La conferma di Textor

Anche il presidente del Lione ha difeso il suo allenatore, confermando Fonseca, che - da quando è arrivato in Francia - ha risollevato le sorti del club, attualmente in zona europea: "Sei l'uomo giusto per noi. Sono con te oggi e sempre. Hai commesso un errore... le tue scuse erano sincere (Fonseca, nella conferenza post partita, aveva detto di essere stressato per quanto sta accadendo in Ucraina, ndr)... e la tua punizione è chiaramente troppo severa. Sei l'uomo giusto per il Lione e noi persevereremo". Così, nelle stories di Instagram, il proprietario del Lione, John Textor.

Ci vorrà un bel po' insomma per rivedere Fonseca in panchina. Il lusitano dovrà rimanere lontano anche dagli spogliatoi della sua squadra per tutta la durata della squalifica. Intanto, però, il messaggio di Textor spegne le tante voci in merito ad un possibile licenziamento vista l'inedita situazione.