La storia

Gloria e battaglia a San Siro: Inter-Barcellona sul palco delle grandi imprese nerazzurre

Inter
Il ricordo delle vittorie più spettacolari davanti ai propri tifosi in vista del ritorno della semifinale di Champions martedì.
Samuele Amato

L'appuntamento con la storia è già segnato sui calendari dei tifosi nerazzurri. Martedì 6 maggio, alle ore 21, allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro, Inter-Barcellona definirà chi sarà la prima finalista della Champions League 2024/25. Match valido per il ritorno delle semifinali, con il risultato per ora sul pari dopo lo spettacolare 3 a 3 del Montjuic dell'andata considerata, forse, la partita più bella dell'anno.

Sarà il rettangolo di gioco della Scala del Calcio a dare il verdetto finale. L'impianto di Milano è il teatro perfetto per una partita del genere, che promette spettacolo e mette in palio l'accesso alla partita per conquistare la prestigiosa "coppa dalle grandi orecchie". Uno stadio che ha una sua leggendaria storia di notti di grande calcio e trionfi, cosa che l'Inter e i suoi tifosi sanno bene. I blaugrana si aggrapperanno al talento fenomenale di Lamine Yamal ma il Biscione nella sua tana è pronto a una nuova grande impresa, come quelle del passato. Per questo motivo, DerbyDerbyDerby vi propone cinque memorabili partite e imprese dell'Inter a San Siro.

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La finale in casa: la Grande Inter e il gol di Jair

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C'è una figura leggendaria, quasi mitologica, che ritorna nella storia nerazzurra e del calcio italiano ed europeo in generale. Si tratta della "Grande Inter", la squadra che nel cuore degli anni Sessanta dello scorso secolo ha dominato in lungo e in largo. Sotto la presidenza di Angelo Moratti e la guida tecnica del "Mago" Helenio Herrera, la Beneamata, nome che la penna immortale di Gianni Brera diede al club meneghino, conquistò tre Scudetti tra cui quello della prima stella, due Coppe dei Campioni ed una Coppa Intercontinentale.

"Chi non ha dato tutto, non ha dato niente" così diceva mister Herrera. Ed effettivamente, quell'Inter lì ha dato tutto per prendersi tutto. Lo ha fatto anche davanti ai propri tifosi il 27 maggio 1965 per la finale della Coppa dei Campioni. La pioggia torrenziale che si è abbattuta su Milano quella sera accompagnò i nerazzurri nella sfida contro il Benfica di Eusebio.

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Nella casa dei nerazzurri, è la "Freccia nera" Jair, venuto a mancare recentemente, a segnare l'unico gol della partita e a regalare la coppa ai meneghini, con un tiro potente che costringe il portiere portoghese alla papera. L'Inter si laurea campione d'Europa per la seconda volta, dopo il successo nella stagione precedente. La festa interista può iniziare entrando nella parte finale di quella leggendaria formazione che l'anno seguente avrebbe conquistato la prima stella.

Lo Scudetto dei record: Matthaus per superare il Napoli di Maradona

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Nella storia del calcio italiano c'è un'altra Inter che è diventata leggendaria, grazie al percorso fatto in campionato. Giuseppe Dossena, in un'intervista, disse: "L'Inter ci fa sembrare tutti quanti ridicoli. Ma in realtà loro corrono troppo forte, noi normalmente". Era la stagione '88-'89, sulla panchina nerazzurra c'era Giovanni Trapattoni e gli innesti di inizio anno avevano creato una forte aspettativa su quell'Inter. Tra questi, i due tedeschi Andreas Brehme e Lothar Matthäus dal Bayern Monaco; dalla Fiorentina, invece, è arrivato il 21enne Nicola Berti. A fare da bomber assoluto della formazione meneghina del Trap è Aldo Serena che otterrà il titolo individuale di capocannoniere della Serie A con 22 reti.

Inter Scudetto '88-'89

Alla 30esima giornata di campionato, a San Siro arriva il Napoli di Diego Armando Maradona, secondo in classifica. Una partita che sembra essere stregata, con i nerazzurri che aumentano i giri del motore ma che i partenopei sbloccano con Careca al 36esimo con un tiro dalla traiettoria che beffa Walter Zenga. Ma nei primi minuti del secondo tempo i meneghini riportano la partita sul pari: il tiro al volo di Berti colpisce Fusi e il pallone va in porta. La rimonta della squadra del Trap è solo questione di minuti.

Sarà proprio il futuro campione del Mondo con la Germania a decidere l'incontro. Matthäus all'83' con una punizione potente che si deposita nell'angolino basso regala lo Scudetto ai nerazzurri. L'Inter si laurea per la 13esima volta Campione d'Italia, ottenendo 58 punti su 68 disponibili, record per l'era dei due punti, con la più classica partita da Inter: in rimonta e con una prestazione sublime. Un'impresa durata una stagione e che si è concretizzata davanti al pubblico interista, nella Scala del Calcio, con giocatori e tifosi in estasi per un traguardo che mancava da nove anni alla Beneamata.

Impresa nella stagione dei quattro allenatori: il Divin Codino contro il Real

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Ripartendo da Trapattoni, durante la sua esperienza sulla panchina nerazzurra, afferma che "Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo". Una frase che racchiude questo bipolarismo che il tifoso dell'Inter ha vissuto e deve vivere nella storia della squadra meneghina. Non solo Beneamata ma anche folle, tanto da valergli l'appellativo di "pazza". L'interista sa bene che dopo l'estasi può esserci anche un baratro profondo. Eppure, sa bene che anche nei momenti più bui si può accendere una luce pronta a dare speranza o a illudere che ci sia.

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La stagione 1998-'99 è esemplare di questo turbinio di sentimenti contrastanti. Il 25 novembre '98, penultima partita del girone di Champions League, al Meazza arriva il Real Madrid. Una sfida che mette davanti le due vincitrici delle coppe targate UEFA della scorsa stagione. Una partita bloccata, con numerosi tentativi da ambo le parti, e che viene stappata da un gol accidentale di Zamorano nei primi minuti della ripresa. I blancos, però, agguantano il pari con Seedorf.

Serve, dunque, una scossa. Il tecnico nerazzurro Gigi Simoni mette in campo Roberto Baggio arrivato all'Inter nel mercato estivo. Ad accendere le luci a San Siro sono proprio le giocate del Divin Codino: con una doppietta negli ultimi 10 minuti di gara. Il Biscione batte le merengues per 3 a 1, conquistando il primato nel girone. I campioni d'Europa si arrendono così ai campioni della Coppa UEFA. Una vittoria ed un'impresa che, però, ha illuso i tifosi interisti: una stagione complicata, con tante prospettive non realizzate e che porterà quattro allenatori incluso Simoni sulla panchina. Quella partita del Meazza passa alla storia come manifesto della frase "cosa avrebbe potuto essere".

Dove si vinse il Triplete: Inter-Barcellona del 2010

Inter Barcellona 2010
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Sono 45 gli anni che hanno diviso l'Inter del '64-'65 a quella del 2009-'10, tra la seconda e la terza Champions League. Per scrivere la storia, bisogna vincere e farlo nel modo più spettacolare possibile. Dal Mago Herrera allo Special OneJosè Mourinho: una sorta di connessione ancestrale tra due figure che hanno fatto della tattica e della psicologia le armi vincenti.

Della stagione del Triplete ci sono tante memorabili partite da menzionare. Il doppio confronto in semifinale di Champions League, proprio contro il Barcellona, è uno di questi. L'andata si gioca a Milano, il 20 aprile 2010. Gli "extraterrestri" di Pep Guardiola atterrano a San Siro: i campioni in carica si affidano al giocatore che ha dominato il calcio mondiale in questi anni, Lionel Messi. I blaugrana passano in vantaggio al 19esimo minuto della partita. Uno degli ex della gara, Maxwell, affonda sulla sinistra e scarica un pallone arretrato per Pedro che batte Julio Cesar. Ma l'Inter non si disunisce.

Dopo alcuni tentativi, Samuele Eto'o gestisce un pallone sulla destra che offre a Diego Milito al centro dell'area. Il Principe attira su di sé la pressione della difesa, ma riesce a girarsi parzialmente per offrire il pallone a Wesley Sneijder che tira a botta sicura: 34 e 12 secondi del primo tempo, il tabellone dice 1 a 1.

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Ma è nel secondo tempo che la squadra di Mou compie il capolavoro. Prima dell'eroica resistenza alla Remuntada del ritorno, prima della finale di Madrid, l'Inter compie l'impresa a San Siro. Goran Pandev va in slalom, saltando la pressione di attacco e centrocampo blaugrana, poi offre una palla all'attaccante argentino che si allarga e sente che un treno verdeoro si sta buttando in area. Passaggio a Maicon che controlla e segna il 2 a 1. La Scala del Calcio è in fibrillazione.

Ma a regalare la gioia finale è Milito: cross di Eto'o che trova Sneijder libero a sinistra, il quale di testa appoggia al Principe, che davanti alla porta insacca il 3 a 1. Questo il risultato finale: la squadra che ha vinto tutto si ferma a San Siro - per poi arrendersi definitivamente agli eroi del Camp Nou, nella notte della "sconfitta più bella".

Lo Scudetto della seconda stella

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Lo stadio segue il destino della città di Milano. Si divide tra nerazzurro e rossonero, tra Inter e Milan. Il Derby della Madonnina è una delle rivalità calcistiche più belle e sentite nel calcio italiano ed europeo. Molti di questi incroci tra cugini meneghini hanno anche avuto un peso specifico nelle stagioni.

Ma mai aveva deciso l'assegnazione di uno Scudetto. Almeno così era fino alle "22 e 43 minuti del 22 aprile del 2024" per citare Francesco Repice. Perché un anno fa, proprio l'Inter conquistava il ventesimo tricolore che significa: seconda stella. Lo ha fatto proprio in un derby a San Siro: stadio che, però, per l'occasione era di casa per i rossoneri, visto che si trattava di un Milan-Inter.

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L'impresa che parte dalla prima giornata di Serie A e che, per l'allineamento di astri e risultati, ha portato alla stracittadina del 22 aprile. Una stagione dominata da parte dei nerazzurri di Simone Inzaghi. L'Inter si prende il derby meneghino in una partita cattiva e fisica, con scontri e tensione sul finale come la rissa tra Theo Hernandez e Denzel Dumfries. Nel primo tempo, la rete di Francesco Acerbi apre il match e a inizio ripresa arriva il raddoppio targato Marcus Thuram. Il gol della speranza rossonera arriva con Fikayo Tomori ma sui tentativi finali del Milan, i nerazzurri resistono.

Così, il Biscionesi prende la seconda stella. Lo fa nella maniera più clamorosa, vincendo contro i rivali di sempre e raggiungendo il traguardo del ventesimo Scudetto prima dei cugini, con Inter e Milan che erano a quota 19 campionati prima di quella partita. Un momento indelebile che rimarrà nella storia del calcio italiano e di questo leggendario stadio, che è pronto ad ospitare un'altra grande partita: Inter-Barcellona di Champions League.