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Delio Rossi: “A Roma i tifosi mi hanno chiesto sempre e solo una cosa, vincere il derby”

BERGAMO, ITALY - NOVEMBER 30: Delio Rossi, manager of Lazio, waves during the Serie A match between Atalanta and Lazio at the Rigamonti Stadio on November 30, 2008 in Bergamo, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)

La Lazio ha solo il campionato e questo incide in positivo, secondo l'ex tecnico biancoceleste

Domenico La Marca

Ai microfoni di Radio Musica Television è intervenuto Delio Rossi, il tecnico durante il programma “Taca La Marca”, si è soffermato sulla situazione d’emergenza del calcio italiano e non solo. Ecco quanto emerso:

La Lazio e lo scudetto: "Mi fa molto piacere vederli lì, vivo a Roma e qui ho passato un periodo molto bello della mia carriera. La loro competitività è dovuta a diversi fattori: innanzitutto sono tre anni che giocano sempre gli stessi giocatori con lo stesso allenatore quindi i calciatori conoscono molto bene il gioco e l'ambiente, nonostante ci siano rose superiori come quelle di Napoli ed Inter. Un altro fattore molto rilevante sta nel fatto che quest'anno la Lazio è impegnata solo nel campionato a differenza di altre stagioni dove arrivava in fondo in tutte le competizioni e questo incide parecchio sulla stessa preparazione delle partite".

L'esperienza del derby: "Ho avuto la fortuna di giocare tanti derby in Italia, ma quello di Roma è diverso, la rivalità continua per tutto l'anno. Mi sono seduto sulla panchina della Lazio in un periodo delicato, era da poco arrivato Lotito, la condizione ambientale non era delle migliori, i tifosi non mi chiesero nulla eccetto di vincere i derby. Una vittoria nella stracittadina non vale solo 3 punti, ma fa stare bene l'ambiente fino al prossimo derby e può far svoltare le sorti di una stagione, non a caso la piazza ricorda di più i calciatori che hanno lasciato il segno in queste partite, che altri che hanno giocato stagioni ad alto livello".

Le conseguenze: "Gravina sbaglia ad indicare tutti i giorni delle date di ripartenza del calcio italiano, non sono in grado gli stessi scienziati, come può darle lui. Non abbiamo punti fermi, ma bisogna concludere il campionato, visto che è già iniziato che sia tra 6 mesi o 1 anno. Ora bisogna pensare alla salute di tutti i componenti. Se si vuole ricominciare con gli stadi chiusi è un altro sport e non il calcio. Il campionato è già falsato, l'unica cosa positiva è che tutti si ritroveranno nella stessa condizione. La preparazione è importante ma nessuno la fa visto basti pensare alle tournée in America o in Asia, quindi non la consideriamo un problema. Si giocherà ogni 3 giorni ma i top club sono abituati visto la loro partecipazione alle competizioni europee, rispetto alle medio piccole che hanno delle rose meno ampie".

Decurtazione stipendi: "Quando si parla di calcio la mente va alla Serie A e ai top player, ma ci riferiamo alla punta di un iceberg. Il calcio è anche quello dilettantistico e giovanile, la decurtazione ha senso con i calciatori di un certo livello e non con chi gioca nelle cosiddette serie minori. Essendo i contratti individuali non esiste la decurtazione generale, ognuno ha bonus e altre situazioni, quindi bisognerebbe analizzare ogni contratto anche se per me questa non è la strada da perseguire. Tommasi è in difficoltà dato che non può rappresentare tutti i calciatori. Quelli di Serie A li conosco bene e sono propensi a tagliarsi lo stipendio, ma non per darli alla società. Sarebbero disponibili alla beneficenza verso altri o verso i calciatori meno tutelati".

Il destino del campionato: "Io sono per la ripresa nella prossima stagione. È successa una cosa non pronosticabile che è una questione mondiale. La salute viene prima di ogni cosa e forse magari quando si ritornerà ci sarà la possibilità di riformare il nostro calcio, visto che per come è strutturato in Italia ci sarebbe da rivedere qualcosa".

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