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Roma, Paolo Baldieri a brutto muso e senza mezzi termini: “Pallotta? I tifosi ne hanno pieni i…”

Paolo Baldieri in azione con la maglia della Roma

Il pensiero dell'ex attaccante giallorosso che parla a 360° della Roma e dei rapporti della società con i propri tifosi.

Redazione DDD

Paolo Baldieri ha parlato a 360° degli attuali problemi della Roma, dagli infortuni alla trattativa con Friedkin. Lunedì 18 maggio le squadre avrebbero dovuto tornare ad allenarsi in gruppo, nella giornata di domenica, però, il tutto è stato rinviato. Cosa sta accadendo? “Da cittadino - dichiara Baldieri a FootballNews24 -  mi chiedo perché i calciatori debbano andare a rischiare la vita, sono persone come noi e in quanto tali andrebbero tutelate. Osservando i numeri, fortunatamente nessun calciatore è deceduto da contagio per Coronavirus. Al momento io potrei essere una persona a rischio dato

che quattro anni fa ho avuto un infarto e fumo il sigaro; ma indipendentemente da ciò che possa accadere ad ognuno di noi, credo che alla fine il destino sia segnato. Certo, non bisogna andargli incontro, ma nel momento in cui si decide di riaprire fabbriche, stabilimenti, ristoranti e bar, per quale motivo dovrebbe rimanere fermo il calcio che è la terza potenza economica del Paese? Tra l’altro i calciatori sono molto controllati e quindi potenzialmente con minore rischio di contagiarsi tra loro. Nel corso del weekend ho visto le gare della Bundesliga: durante la partita sono sempre a contatto tra di loro e poi in panchina indossano la mascherina. Ma che cosa ridicola è? Siamo ridicoli, siamo ridicoli! Stiamo adottando delle misure inutili anche nella vita quotidiana: o rimaniamo ancora chiusi in casa per altri due mesi facendoci portare la spesa, oppure andiamo avanti. Il calcio va riaperto. In caso di uno positivo sospendere tutto? È ridicolo anche questo, isoli quella determinata persona per 15 giorni e il resto della squadra continua a giocare. È come se

fosse un’influenza ma desta più preoccupazioni e ci sono comunque tantissimi guariti e tantissimi asintomatici. Alcuni si stanno comportando da incompetenti, pensano di essere diventati scienziati, ma c’è un’incompetenza che mi fa cadere le braccia a terra”.

Paolo Baldieri

Sarebbe corretto cristallizzare la classifica per decretare le posizioni definitive? “Sì, nel caso in cui non si potesse continuare manterrei la classifica attuale per decretare, ad esempio, le qualificate alla prossima Champions League. Inoltre assegnerei uno scudetto a tutte le squadre, anche alle ultime della classifica, in memoria del fatto che questa epidemia passerà alla storia e per non scontentare nessuno”. Nel corso del lockdown, il Presidente della Lazio Claudio Lotito, ha più volte spinto per un ritorno in campo. Come giudicare le sue dichiarazioni? “A Lotito conviene tornare a giocare visto che stanno lottando per lo scudetto. Per tanti versi è stato vergognoso sentire alcune dichiarazioni, sia sue che degli addetti ai lavori, in un momento in cui nessuno riusciva a capire qualcosa della situazione. Tutte queste cose fanno male al calcio,

fanno perdere l’interesse per questo sport agli appassionati”.

Parlando invece di calcio giocato, la stagione della Roma di Fonseca? “A me Fonseca non dispiace, inoltre ne parlano tutti bene, calciatori compresi. I risultati altalenanti sono dovuti ai numerosi infortuni; personalmente parlerei con il preparatore atletico per capire i motivi dei tanti infortuni accumulati, che è una cosa allucinante. La colpa non è dei campi di allenamento utilizzati dalla squadra, perché a Trigoria ci sono dei macchinari straordinari, all’avanguardia. C’è qualcosa da rivedere. Se Fonseca avesse avuto tutta la rosa a disposizione forse le cose sarebbero andate meglio, tralasciando le scelte prese nel corso della stagione, come l’esclusione di Florenzi. Non credo che qualcuno glielo abbia imposto, è stata una sua decisione quella di non farlo giocare e per questo Florenzi ha scelto di andarsene. A noi dispiace molto perché non ci sono più romani in questa squadra. Osservando il quadro generale, però, credo sia stata fino a questo momento una stagione perlopiù positiva, appena sopra la sufficienza. Fonseca si è lamentato degli infortuni, ma il preparatore atletico lo ha scelto lui”. Ha parlato di “una mancanza di romani” all’interno della squadra. A tal proposito, il trattamento della società nei confronti di Totti, De Rossi e per ultimo Florenzi? “In questi giorni se ne parla molto di Totti, alcuni dicono che l’ottavo Re di Roma sia Falcao, altri

invece dicono Totti: quest’ultimo per me è l’imperatore, non tocchiamolo e lasciamolo stare. Ha fatto tantissimo per la squadra. Ha vinto poco? Sì, ma uno scudetto a Roma vale come dieci scudetti in qualsiasi altra squadra. Ogni anno i giallorossi partono con determinati obiettivi ma mancano di mentalità e organizzazione, Roma è una città che ti distrae. A Torino cosa c’è? È una bella città, ma è piccolina e se sei un calciatore ti alleni e fine. Quando qualche amico di Milano viene a trovarmi mi dice che loro fanno aperitivo, vanno al ristorante il sabato e la domenica la passano in famiglia. Per andare al mare devono prendere l’aereo o fare un sacco di chilometri. Di questo ne parlavo anche con un tedesco con il quale un giorno andai a pesca, era felicissimo

perché eravamo a Roma e c’era un tramonto bellissimo e mi ha detto che loro a Dusseldorf, città in cui abitava, non vedono il sole per otto mesi e dunque gli chiesi “Ma quindi che fate?”, “Andiamo a lavorare” rispose (ride; ndr). A Roma è difficile che una persona faccia un certo tipo di vita, c’è un clima straordinario, il sole e il mare. La stronzata che facciamo al Sud è che non riusciamo mai a giovarci appieno di queste bellezze, invece dovremmo essere in grado di portare qui in vacanza tutte le persone del nord; diamo felicità, gioia e tanto altro, ci dovrebbe essere

un’unione tra nord e sud sotto questo aspetto”.

Per quanto riguarda il mercato, Mkhitaryan deve essere riscattato? “Dobbiamo prima capire cosa voglia fare il Presidente e come andrà a finire la trattativa con Friedkin. Mkhitaryan non è un giocatore che io riscatterei: ha 31 anni, avrebbe senso? Non mi sembra questo fuoriclasse”. Parliamo di Zaniolo? Voci di mercato sempre più insistenti lo accostano alla Juventus … “Non so se andrà alla Juventus, credo che ultimamente abbia dimostrato di aver capito tante

cose e non è facile continuare a mantenere un certo tipo di equilibrio. Petrachi è stato molto bravo a insistere con lui, se dovesse andare via ci potrebbe essere una forte somma da investire, però per questo bisogna vedere come andrà a finire la trattativa tra Pallotta e Friedkin. Non saprei, se proseguiremo con Pallotta si continuerà a vendere giocatori importanti, di valore, facendo plusvalenza e di questo a Roma si sono rotti i cogli**i tutti”.

Riguardo al discorso plusvalenze, nel corso di un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni, l’ex calciatore della Lazio Sebastiano Siviglia ha spiegato che, a parer suo, la politica della squadra giallorossa sia principalmente basata sul lato economico, continuando così a cedere i propri

campioni, Salah e Alisson su tutti, a differenza della Lazio che ha saputo trattenere i migliori. Baldieri è d’accordo? “La politica della Lazio è così da due anni a questa parte. In passato ha sempre ceduto i migliori che ora sono rimasti perché Lotito chiedeva molti soldi. Non penso abbia problemi di contratto la squadra biancoceleste, sono stati bravi a creare un grande gruppo che sta lavorando molto bene, non so se riuscirà a tenere tutti anche il prossimo anno. Quelli che hanno dimostrato meno attaccamento ai colori sono proprio Pallotta e via dicendo, hanno cercato di sistemare il bilancio con determinate cessioni, ma la Roma ha sempre un sacco di debiti. Non rivedono il bilancio con l’obiettivo di risanare i debiti, bensì con l’obiettivo di fare cassa e cercare di mettersi qualche soldino in tasca; a questo punto mi sembra questo l’intento ed è anche il motivo per il quale molti tifosi si sono rotti i cogli**i. Quanti anni è che non viene a Roma? Da quanto tempo non si fa vedere? Questo non è un Presidente da Roma, non è quello che vuole un romanista, ci deve essere una persona attaccata alla squadra, questi colori vengono da Dino Viola, dalla Famiglia Sensi, persone che hanno dato l’anima per il club. Il Presidente deve essere prima di tutto tifoso, oppure viene un magnate che mette a disposizione sia soldi che un’organizzazione importante che permetta di vincere un anno lo scudetto, uno la Coppa Italia e uno l’Europa League, così il tifoso può essere contento. Ad oggi invece c’è freddezza e distacco, tutto ciò che un tifoso

romanista non vuole”.

 

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