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Thomas Doll: “Il derby di Roma e Dortmund-Schalke sono i più sentiti al mondo”

HANOVER, GERMANY - MARCH 31: Head Coach of Hannover 96, Thomas Doll looks on ahead of the Bundesliga match between Hannover 96 and FC Schalke 04 at HDI-Arena on March 31, 2019 in Hanover, Germany. (Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

Tante partite per Doll nelle sue due stagioni alla Lazio: 1991-92 e 1992-93. Dopo aver allenato Amburgo, Borussia Dortmund e Hannover 96, oggi il tedesco nato in Germania Est guida l'Apoel Nicosia

Redazione DDD

Thomas Doll, arrivò alla Lazio dopo essere stato acquistato dal presidente Calleri, che lo prelevò dall'Amburgo nell'estate del '91. Furono i numerosi infortuni a compromettere il rendimento, e la permanenza di Doll a Roma. Ed è lui stesso che, ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it, parla di questi come del suo grande rimpianto:"Mi ricordo il primo, tre o quattro giorni prima del derby. Lì sono cominciati tutti i problemi, sono stato tre mesi fuori. E anche quando sono tornato, continuavo a non essere al massimo della condizione".

"Avrebbero potuto scrivere un libro su Gascoigne". Così esordisce il tedesco appena si pronuncia il nome "Gazza". Un dualismo, quello tra i due ex Lazio, vissuto con il sorriso e un pizzico di sana competizione: "Paul era un ragazzo simpatico, a cui piaceva aiutare gli altri, soprattutto i più giovani. Faceva degli scherzi incredibili. Non aveva un carattere “inglese”, quando faceva qualcosa, non sapevi che ti sarebbe potuto accadere. Era una persona in gamba. Avevo un buon rapporto con lui, anche se giocavamo nello stesso ruolo. Decideva il mister chi mandare in campo, io non ho mai avuto problemi. Eravamo amici, conservo bei ricordi".

Indelebili, infine, i ricordi legati al derby della Capitale: "Credo che come pressione, come stress prima della partita, come atmosfera, quello di Roma sia il più sentito al mondo. Forse insieme a quello tedesco tra Dortmund e Schalke. Qualche volta sono venuti anche i tifosi in ritiro, il capo ultras voleva parlarci, voleva motivarci, voleva farci capire quanto fosse importante quella partita. Ho la fortuna di non averlo mai perso, credo non sarebbe stato possibile uscire in città per le due settimane seguenti. Era bello, pelle d’oca prima e dopo un’atmosfera davvero incredibile".

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