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Derby del riso a porte chiuse, la Pro Vercelli non ci sta: “Chiederemo una deroga, senza tifosi non si può”

Lo stadio Pioli di Vercelli quando ci sono i tifosi

Vercelli alza la voce e invoca i tifosi per il derby contro il Novara

Redazione DDD

Le prime lamentele per il fatto di dover giocare il derby senza tifosi, non sono nate in Italia. Ma in Turchia...visto che sono intere settimane che il Galatasaray protesta con Federazione e Governo per il fatto di dover giocare a porte chiuse il derby di Istanbul contro il Fenerbahce a porte chiuse per l'emergenza sanitaria. Va detto che quando sono usciti i calendari di Serie A, i club italiani che vanno per la maggiore non hanno alimentato queste polemiche. Ma in Serie C c'è insofferenza. L'Arezzo si sente beffato per il derby dell'Etruria con il Perugia subito a inizio campionato senza tifosi, la stessa perplessità naviga sulle acque del Lario, per il derby Como-Lecco.

Chi invece proprio non ci sta è il derby del riso, subito alla prima giornata: Pro Vercelli-Novara. Il derby a porte chiuse non è derby, è un everno in meno, un brivido in meno. "Proveremo a chiedere una deroga: sarebbe davvero una sconfitta che questo derby, che inaugura la stagione, non possa vedere la presenza di almeno un esiguo numero di tifosi allo stadio". Lo ha dichiarato a La Stampa il direttore sportivo della Pro Vercelli Alex Casella dopo che il sorteggio dei calendari nella sede della Lega Pro ha sancito che l’esordio per i bianchi sarà con il botto, ovvero il derby casalingo contro Novara. Esattamente la partita che era in programma prima del lockdown, quando poi è stato sospeso tutto.

Questa presa di posizione fa seguito a quanto accaduto alcuni giorni fa, quando il Comitato 4.0, formato dalla Lega Pro del calcio, Lega Basket, Lega Pallavolo, Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo femminile, Lega Basket femminile e Fidal Runcard ha chiesto al Governo di programmare modalità di apertura il più possibili eterogenee nelle diverse regioni, magari partendo dagli abbonati, I presidenti che fanno capo alle discipline del Comitato 4.0 hanno scritto una lettera al Ministro Vincenzo Spadafora, al Ministro Roberto Speranza, e al Presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini nella quale hanno manifestato piena disponibilità a ragionare a sistema, mettendo a fattor comune esperienze e conoscenze nella gestione dei grandi eventi sportivi. “Il punto non è quando riaprire, seppur importante. Il punto è come riaprire, che tipo di azioni programmare perché i tifosi possano tornare in sicurezza negli stadi e nei palazzetti per rivivere un rituale sportivo che in questi mesi è andato perduto” sostiene il Comitato 4.0.

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