PARLA CARLO

Real, Ancelotti: “Difficile spiegare cosa prova un giocatore con questa maglia”

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Il tecnico italiano ha rilasciato un'intervista alla UEFA a una settimana dalla finale di Champions League col Borussia Dortmund. Carlo ha ammesso la motivazione extra con cui i calciatori scendono in campo con la casacca delle "merengues"...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Il Real Madrid punta alla finale della Champions League 2023-24, dove cercherà di conquistare per la 15esima volta la competizione europea, contro il Borussia Dortmund. L'allenatore Carlo Ancelotti ha rilasciato un'intervista alla UEFA e ha spiegato le sensazioni della squadra a poco più di una settimana dalla sfida.

Parola a Carlo

"Cerco di cogliere il momento e questo è un momento molto positivo. Le preoccupazioni arriveranno, ma l'obiettivo è farle arrivare il più tardi possibile. Dobbiamo goderci il momento, la partita più importante dell'anno e la più bella da vivere", ha esordito il tecnico italiano.

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(Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

Sugli avversari: "Siamo molto felici di essere in un'altra finale. Il Borussia Dortmund merita di essere in finale, proprio come il Real Madrid. Sono una squadra solida, compatta e con grandi individualità".

Ancelotti ha apprezzato la motivazione extra che spinge i giocatori a indossare la maglia del club: "È difficile spiegare cosa prova un giocatore quando indossa questa maglia. È la storia e la tradizione di questo club. Questo gruppo di giocatori sente qualcosa di speciale quando è al Real Madrid e questo fa emergere quell'energia che nessuno si aspetta".

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"La qualità migliore che la squadra ha dimostrato quest'anno è l'atteggiamento di tutti, la concentrazione e il lavoro di squadra. Credo che questo abbia fatto la differenza in questa stagione, che è stata molto buona nonostante le difficoltà iniziali. Possiamo dire che le migliori qualità di questa squadra sono la competitività, la serietà e la capacità di superare qualsiasi ostacolo", ha detto.

La sua lunga e fortunata carriera in panchina: "Prima di tutto dirò due cose: passione e non ossessione. Penso che l'ossessione sia una malattia e fortunatamente non sono ossessionato. La passione prevale ed è questo che mi fa andare avanti".

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La sua filosofia di allenatore: "Credo molto nella creatività dei giocatori quando hanno la palla e non voglio ossessionarli con schemi predefiniti, ma lasciare che siano loro ad avere l'iniziativa individuale. Ovviamente c'è il lavoro senza palla, il sacrificio e la concentrazione, ma la creatività è fondamentale, soprattutto in giocatori come i nostri, con tanto talento".

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