
Grandi investimenti e pochi risultati: questa è la frase che accomuna gli ultimi anni di Chelsea e Tottenham. Due big del calcio londinese, che però dal 2023 a oggi non hanno affatto brillato.
Premier League
LONDON, ENGLAND - DECEMBER 08: Son Heung-Min of Tottenham Hotspur and Moises Caicedo of Chelsea compete for the ball during the Premier League match between Tottenham Hotspur FC and Chelsea FC at Tottenham Hotspur Stadium on December 08, 2024 in London, England. (Photo by Justin Setterfield/Getty Images)
Grandi investimenti e pochi risultati: questa è la frase che accomuna gli ultimi anni di Chelsea e Tottenham. Due big del calcio londinese, che però dal 2023 a oggi non hanno affatto brillato.
Nelle ultime sessioni di mercato Chelsea e Tottenham non hanno certo lesinato spese. Il Chelsea, in particolar modo, ha messo sul piatto diverse centinaia di milioni di euro, spesso per giocatori che poi non hanno ripagato le aspettative. In totale, dalla stagione 2021-2022 ad oggi, dopo la Champions League vinta nel 2021, i Blues hanno speso più di tutti sul mercato: quasi un miliardo e mezzo di euro in quattro anni. Andando in ordine cronologico, il primo grande acquisto è stato Romelu Lukaku, pagato 114 milioni di euro. Il belga, di ritorno a Stamford Bridge, ha segnato 15 reti in 40 presenze, per un totale di 7,5 milioni di euro a gol. Un rendimento che non ha soddisfatto la dirigenza del Chelsea, che, dopo due prestiti a Inter e Roma, ha ceduto in via definitiva il cartellino al Napoli quest'estate.
Nella finestra di mercato successiva, i londinesi hanno puntato su Wesley Fofana, difensore centrale pagato 80 milioni dal Leicester. Complici i tanti infortuni, per ora l’investimento non ha dato frutti, con il francese che ha giocato solo 34 partite in tre stagioni. Non ha reso secondo le aspettative nemmeno Mudryk, considerato l’astro nascente del calcio ucraino e arrivato a Londra per 70 milioni di euro a gennaio del 2023. Passando alla stagione 2023-2024, il Chelsea ha speso quasi 120 milioni per la coppia Lavia-Nkunku, giocatori spesso vittime di infortuni e dal rendimento discontinuo. Infine, Joao Felix: il portoghese è stato acquistato per 52 milioni a fine agosto 2024 e, dopo appena sei mesi, è stato ceduto in prestito al Milan, con il Galatasaray che pare essere quasi certamente la sua prossima destinazione.
Il Tottenham non se la passa tanto meglio. Pur avendo sicuramente speso meno, gli Spurs stanno affrontando una crisi che dura ormai da diversi mesi. Se il Chelsea è in piena lotta per un posto in Champions League, il Tottenham è solo al 14° posto in Premier League, dopo aver già mancato la qualificazione alla massima competizione continentale nelle ultime due stagioni. Dopo aver sfiorato la coppa dalle grandi orecchie nel 2019, cedendo il passo al Liverpool soltanto in finale, per la squadra del nord di Londra è iniziata una crisi fatta di pochi alti e tanti bassi.
Dopo l’addio di Pochettino, storico allenatore del Tottenham dello scorso decennio, sulla panchina degli Spurs si sono succeduti Mourinho, Espirito Santo, Conte e ora Postecoglou, in carica dal 2023. Nessuno di loro ha saputo però trovare la quadra per riconsegnare al Tottenham un trofeo, con il palmarès che è invariato dal 2008. Una penuria di trionfi che non corrisponde agli investimenti di Daniel Levy, presidente del club dal 2001, in grado di trasformare il Tottenham in una big del calcio britannico.
Chiaramente i risultati e gli acquisti sbagliati di Tottenham e Chelsea hanno pesanti ripercussioni economiche sui conti dei due club. Il Tottenham, in particolar modo, ha chiuso il bilancio del 2024 con un rosso di 31 milioni di euro e un debito netto di quasi 925 milioni. Un passivo pesante accumulato nel corso degli anni, in particolar modo per la costruzione del Tottenham Hotspur Stadium, l’impianto inaugurato nel 2019.
Il Chelsea, invece, dopo il rosso di più di cento milioni nel bilancio precedente, ha chiuso in utile di quasi 150 milioni l'ultimo esercizio. Tuttavia, il club è stato costretto a diversi escamotage per raggiungere questo risultato. Todd Boehly, il proprietario, ha dovuto cedere due alberghi di lusso e la squadra femminile a società di proprietà della stessa holding che controlla il Chelsea.
Le manovre eseguite sono dovute alla necessità di sottostare alle norme finanziarie della English Football League. In caso di violazione, la sanzione avrebbe infatti comportato una pesante penalità, con il rischio di smantellare la rosa nella prossima sessione di mercato. Resta comunque da capire quale sarà la posizione della Uefa, che non permette di contabilizzare guadagni provenienti da società affiliate alla proprietà dei club.
Un altro aspetto che complica ulteriormente i piani di Chelsea e Tottenham è sicuramente la crescente concorrenza in Premier League. La ripartizione dei diritti tv del campionato inglese consente a squadre una volta di seconda fascia di allestire rose competitive e lottare per la qualificazione alla Champions League.
Nella scorsa stagione c'è riuscito l'Aston Villa, squadra che nel 2019 era in Championship e che oggi è ai quarti di finale di Champions dopo aver chiuso la Premier League 2023/24 al quarto posto. Quest'anno tocca invece al Nottingham Forest che, diciassettesimo lo scorso anno alla seconda stagione in prima divisione, ora è al terzo posto in solitaria. Insomma, se Blues e Spurs vorranno risalire la china e tornare a fare la voce grossa dovranno faticare non poco.
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