L’Europa League non è solo la “sorella minore” della Champions: negli anni ha regalato finali ricche di pathos, gol spettacolari e storie indimenticabili. Tra rimonte impossibili, eroi inaspettati e drammi decisi ai rigori, alcune partite sono entrate di diritto nella leggenda del calcio europeo. Ecco le cinque finali più spettacolari di sempre, quelle che hanno trasformato l’ultima notte della competizione in un vero e proprio spettacolo.
Notti europee
Gol, rimonte e drammi: ecco le finali più epiche dell’Europa League

Brazilian footballer Capone raises the trophy aloft as he celebrates with his Galatasaray teammates after the UEFA Cup Final, between Galatasaray and Arsenal, at the Parken Stadium in Copenhagen, Denmark, 17th May 2000. The match ended 0-0 with Galatasaray winning 4-1 on penalties. (Photo by Lutz Bongarts/Bongarts/Getty Images)

The time has come 🤩#UELfinalpic.twitter.com/GRjKwpZKmV
— UEFA Europa League (@EuropaLeague) May 21, 2025
Galatasaray-Arsenal 2000: il trionfo dell’anima oltre il tempo
—In quella notte d’estate al Parken Stadium di Copenaghen, Galatasaray e Arsenal si fronteggiarono in una sfida silenziosa, un duello di nervi e tattica dove il gol sembrava un’ombra sfuggente. Novanta minuti intensi, carichi di tensione e determinazione, senza che nessuna delle due squadre riuscisse a spezzare l’equilibrio. La partita si trasformò così in una lunga attesa, un respiro sospeso nel tempo, dove ogni pallone diventava un simbolo di volontà e sacrificio.

Poi arrivarono i rigori, quel rituale crudele dove il destino si gioca in pochi istanti, tra battiti accelerati e mani tremanti. Fu lì che il Galatasaray, guidato da leggende come Gheorghe Hagi, conquistò il suo primo storico trionfo europeo, diventando la prima squadra turca a vincere una competizione continentale. Una vittoria scritta con la forza dell’anima, che trasformò quella finale in una poesia epica, un racconto di speranza, lotta e gloria senza tempo
Europa League, Espanyol-Siviglia 2007: una notte di tempesta e trionfo
—In una serata avvolta dall’incertezza, Siviglia ed Espanyol si sfidarono in una danza tumultuosa di emozioni e speranze nella magnifica cornice di Glasgow. La partita si aprì con un lampo: Daniel Alves portò in vantaggio il Siviglia, un segnale che prometteva scintille. Ma l’Espanyol non si arrese, e con Albert Riera trovò il pareggio, trasformando il campo in un teatro di volontà e passione. Il Siviglia tornò avanti con Frederic Kanouté, un colpo di classe che fece battere forte il cuore degli andalusi.

Tuttavia, l’Espanyol rispose ancora, con Iván de la Peña, e il gioco si trascinò verso i rigori, quell’altalena di tensione dove ogni respiro pesa come un’eternità. Alla fine, fu il Siviglia a sollevare la coppa, un trionfo scritto con la fatica, la forza e la poesia di una squadra che aveva imparato a danzare con il destino. Una finale che non fu solo calcio, ma un racconto di coraggio, resistenza e magia, destinata a vivere per sempre nel cuore di chi l’ha vissuta.
Europa League, Zenit-Rangers 2008: la notte in cui l’Est conquistò l’Europa
—Sotto il cielo terso di Manchester, Zenit e Rangers si sfidarono in una finale che avrebbe segnato una nuova era nel calcio europeo. La partita, carica di tensione e attese, vide lo Zenit rompere l’equilibrio con il gol deciso e potente di Pavel Pogrebnyak, un lampo che accese le speranze di una tifoseria affamata di gloria. I Rangers provarono a reagire, spinti dall’orgoglio e dall’esperienza, ma la solidità e la tecnica dei russi prevalsero. Nella ripresa, Igor Denisov trovò la rete che suggellò il 2-0, un colpo di classe che consacrò lo Zenit come prima squadra russa a sollevare un trofeo europeo così prestigioso.

MANCHESTER, REGNO UNITO - MAGGIO 14: Arshavin dello Zenit durante la finale contro i Rangers. (Foto di Paul Gilham/Getty Images)
Quella vittoria rappresentò non solo il trionfo di una squadra, ma il simbolo di un calcio in ascesa, capace di sfidare le tradizioni e di affermarsi al centro del firmamento continentale. Poco tempo dopo, lo Zenit avrebbe aggiunto un’altra pagina memorabile alla sua storia, conquistando la Supercoppa UEFA contro il Manchester United, suggellando un periodo d’oro fatto di talento, passione e ambizione. Quella finale rimane una notte di poesia e forza, un racconto di speranza e coraggio che ancora vibra nei cuori di chi l’ha vissuta.
Europa League, Manchester United-Villarreal 2021: la finale dell’eterna tensione
—In una notte dove il tempo sembrava dilatarsi all’infinito, Manchester United e Villarreal diedero vita a una finale di Europa League carica di tensione e pathos. Il Villarreal si portò in vantaggio nel primo tempo grazie al solito incisivo Gerard Moreno, un colpo di classe che accese le speranze degli spagnoli. Ma il Manchester United rispose con tenacia, trovando il pareggio al 60’ con un guizzo di Edinson Cavani, riportando l’equilibrio in una partita avvolta dal silenzio carico di attesa.

Dopo novanta minuti e supplementari senza altre reti, la sfida si trasformò in una lotteria di rigori estenuante e mai vista prima: ben 21 tiri dal dischetto, tutti segnati con precisione millimetrica, senza un solo errore fino a quel momento. Solo al 21° rigore, l’incredibile pressione ebbe la meglio su David De Gea, il cui errore spalancò le porte della gloria al Villarreal, consegnando al club spagnolo il suo primo trofeo europeo e trascinando il Manchester United negli abissi dell’amarezza. Una finale di nervi, coraggio e poesia, che rimarrà per sempre impressa come un racconto di resistenza e passione nel grande libro del calcio.
Atalanta-Bayer Leverkusen 2023: la caduta dell’imbattuto e la gloria della Dea
—Fino a quel momento, il Bayer Leverkusen era una macchina imbattibile, un gigante che aveva dominato senza conoscere sconfitta, lasciando dietro di sé solo avversari caduti. Ma nella notte in cui l’Atalanta di Gasperini si presentò sul campo, quel muro sembrò improvvisamente vacillare. Con una lezione di calcio fatta di aggressività, tecnica e cuore, la Dea spezzò l’imbattibilità del Leverkusen, che venne travolto da un uragano italiano.

Protagonista assoluto fu Lookman, autore di una tripletta magnifica, capace di trasformare ogni azione in poesia e regalare all’Atalanta il suo primo trionfo storico. Una vittoria che racconta la forza di chi crede, di chi non si arrende mai, e che ha fatto sognare un’intera città, segnando per sempre la memoria del club bergamasco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA