
L’ex arbitro Mateu Lahoz lancia un duro attacco nei confronti del sistema arbitrale spagnolo. Il 48enne ha criticato il sistema di promozione dalle categorie inferiori, parlando anche del suo addio al terreno di gioco.
Spagna
MUNICH, GERMANY - APRIL 07: Match Referee, Antonio Mateu Lahoz reacts during the UEFA Champions League Quarter Final match between FC Bayern Munich and Paris Saint-Germain at Allianz Arena on April 07, 2021 in Munich, Germany. Sporting stadiums around Germany remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)
L’ex arbitro Mateu Lahoz lancia un duro attacco nei confronti del sistema arbitrale spagnolo. Il 48enne ha criticato il sistema di promozione dalle categorie inferiori, parlando anche del suo addio al terreno di gioco.
L’intervento di Lahoz, oggi commentatore arbitrale per la radio Cope e per la rete televisiva Movistar, è stato oggetto di grande dibattito nel programma radiofonico Tiempo de Juego. “Voglio formulare una riflessione molto chiara” ha affermato l’ex direttore di gara. “Tutti coloro che provengono da famiglie in cui il padre, il nonno o altri hanno raggiunto le categorie più importanti come arbitri, solitamente arbitrano ad alti livelli.” Secondo Lahoz uno dei principali problemi della classe arbitrale spagnola sarebbe quindi il nepotismo.
“Gli arbitri che non fanno bene sul campo vengono relegati al Var” ha continuato. “Poi, se per due anni non arbitri e resti al Var, che tu lo faccia bene o lo faccia male, diventi disoccupato. Si tratta quindi di un qualcosa che va oltre il rendimento. Avrei voluto restare sul campo, ma per il Comitato Tecnico Arbitrale sono stato uno dei peggiori arbitri della scorsa stagione e quindi sono stato declassato. È questa la verità, so che ci sono state delle polemiche in merito ma è andata così. Avrei comunque arbitrato senza problemi in seconda divisione, però, a causa dell’età, non posso farlo, mentre in prima divisione avrei avuto modo di proseguire.”
Lahoz, le cui parole sono destinate a far discutere, compirà 48 anni il 12 marzo, con la Rfef che fissa il limite a 45 anni per arbitrare in Segunda Division, regola che non vale per la Liga. Non è comunque la prima volta che l'ex direttore di gara si scaglia contro il sistema arbitrale spagnolo. Negli scorsi giorni aveva affermato che la totale assenza di supporto da parte della federazione inficia pesantamente sul rendimento degli arbitri.
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