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Sconfitta nel derby a Pechino e avventura Inter finita sul nascere: è dal 2011 che Gasp sogna la grande rivincita…

BARI, ITALY - AUGUST 18:  Gian PieroGasperini head coach of Inter during the match between FC Internazionale and Juventus FC during the TIM preseason tournament at Stadio San Nicola on August 18, 2011 in Bari, Italy.  (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Quel Milan-Inter 2-1 a Pechino, con Gasperini che si era giocato bene le sue carte. Ma

Redazione DDD

Gasperini non l'ha mai mandata giù, anche se sono passati ben 9 anni. Era il 2011 quando, dopo poche giornate di campionato, l'ex tecnico del Genoa si era accorto che l'aria attorno a lui era già strana all'Inter, che non c'era reale convinzione, che presidenza e squadra avevano già deciso di chiudere con lui. Gasp era andato in campo a Novara, di fatto già esonerato. Voleva giocarsi le sue carte, sperava di essere seguito dai giocatori e tutelato dalla dirigenza. Niente di tutto questo. Feeling mai sbocciato. Eppure, Gasp aveva sfiorato un titolo e aveva impostato bene la finale di Pechino. La Coppa Italia vinta da Leonardo nel giugno 2011 prima del passo d'addio del brasiliano, aveva infatti qualificato i nerazzurri alla Finale-derby del Bird's Nest si Pechino, il Nido d'uccello, Milan-Inter di Supercoppa di Lega.

All'epoca c'era ancora Eto'o e le mosse di Gasp imbrigliarono i campioni d'Italia rossoneri, con Ibra in primo piano, per tutto il primo tempo: 1-0 Inter con gol di Sneijder e poche occasioni per i rossoneri. Nella ripresa, la rimonta milanista con i gol di Ibra e Boateng, ma a fine partita venne annullato un gol dubbio a Eto'o per il possibile 2-2 finale. Nel giro di 90 minuti, in un derby in finale con un trofeo in palio, era iniziato e già finito il regno nerazzurro di Gasp. L'attuale mentore della Dea atalantina voleva all'epoca Palacio in coppia con Eto'o. Risultato? Arrivarono Zarate e Forlan dopo la cessione di Eto'o, di Palacio neanche l'ombra. Da quel momento in poi, l'Inter è rimasta il chiodo fisso, il tarlo di Gasp. L'Inter non avrebbe mai vinto senza Calciopoli, la sua polemica storica. Gli episodi arbitrali della gara d'andata fra Inter e Atalanta e gennaio spesso rimarcati, sono la stilettata più recente del tecnico di Grugliasco.

Nel 2017, proprio per voler far bella figura contro i nerazzurri a San Siro, aveva fatto il lavoro di carico un giorno dopo rispetto al programma, il giovedì rispetto al mercoledì, ma le gambe atalantine non giravano e l'Inter di Stefano Pioli si impose con il punteggio di 7-1. Ecco, orgoglio e rivalità sportiva ci stanno sempre. Ma troppa foga e troppo amor proprio non sempre sono una buona cosa, Gasp deve giocarsi con lucidità lo spareggio per il 2' posto a Bergmao contro l'Armata ritrovata di Conte.

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