biasin pedulla derby twitter la scelta definitiva

di Mattia Marinelli -

A rendere noto che vi fosse una vicenda in corso da tempo è stato, con il suo tono come spesso accade ilare e disincantato, il giornalista Fabrizio Biasin, capo-redattore del quotidiano Libero e opinionista tv. Il suo tweet di giornata è stato tanto sorprendente quanto eloquente: "E mi blocca. E poi mi sblocca. E poi dice che ce l'ho con lui perché prendo in giro il mercato (Alfredo, credimi, non sei nei miei pensieri). E poi "sei bravo" e mi segue. Ma poi mi ri-blocca. Alfrè, il nostro rapporto non può andare avanti così: QUESTO ACCOUNT NON È UN ALBERGO!".

Il riferimento è ad Alfredo Pedullà, con la cui rete tv in passato, Sportitalia, aveva collaborato lo stesso Biasin, ma senza che vi fossero dissapori di alcun tipo. Entrambi giornalisti di razza, Biasin e Pedullà hanno un carattere, e ciascun professionista ha il diritto di avere il suo, molto diverso fra loro. Per nulla permaloso Biasin, più vulcanico e più attento al rispetto nei confronti del proprio lavoro, Pedullà. Lo confermano la diversità dei rispettivi profili Twitter. Molto incline alla battuta e al calembour quello del giornalista comasco, ovvero Biasin; molto serio e piuttosto spesso ricco di distinguo ri carattere professionale quello del giornalista calabrese, ovvero Pedullà.

Non a caso il post rimasto in evidenza sulla homepage del profilo di Pedullà riguarda la vicenda Sarri-Juve ed è ricco di messaggi: "E' stato il mese più duro, difficile, divertente, coinvolgente. Quelli che hanno insultato crederanno per sempre agli asini che continueranno a volare sulle loro teste. Grazie a chi, tantissimi, ha seguito con educazione, rispetto e comprensione".

Molto vicino all'Inter e a Icardi il buon Biasin, molto vicino a Sarri e ad Higuain il buon Pedullà. A ciascuno il suo, ma mettiamo anche noi il grande Alfredo a conoscenza diretta del tweet di Biasin, cosicchè possa a sua volta farsi un sorriso e tornare ad accettare le letture del gaudente e giovane collega, ebbene sì, sbloccandolo. Chi vivrà vedrà...del resto la vicenda Allegri-Sarri è nata proprio con questa frase.